IMPLANTOPROTESI
26 marzo 2025

Valutazione della precisione e dell’accuratezza in un caso di riabilitazione dell’arcata superiore mediante l’impiego di impianti tradizionali e pterigoidei

Dott. Gennaro Calviati*, Dott. Luigi Grivet Brancot**

Introduzione
Il ricorso alla tecnologia digitale in odontoiatria trova sempre maggiori indicazioni in campo progettuale per riabilitazioni estese di intere arcate o per l’inserimento di uno o più impianti in zone ad alta valenza estetica o il reintegro in siti post estrattivi immediati. Le fasi chirurgiche e protesiche seguiranno quanto precedentemente pianificato, rendendo il processo più predicibile. Questo consentirà un approccio mininvasivo in grado di ridurre in maniera considerevole gli effetti di eventuali complicazioni post operatorie.

Il caso presentato è stato trattato con l’impiego di un software di chirurgia guidata e per l’inserimento implantare è stata impiegata una dima chirurgica dedicata. La corretta pianificazione virtuale per il posizionamento implantare si è rivelata essenziale per svolgere l’intervento in sicurezza, rapidità ed estrema precisione. Anche le fasi protesiche hanno beneficiato del corretto posizionamento implantare, verificato attraverso l’adozione di una dima chirurgica che ha consentito di trasferire le informazioni derivanti dal progetto eseguito con il software. La finalizzazione protesica è stata molto apprezzata dalla paziente la quale ha usufruito dei benefici del carico immediato. Nel caso proposto sono stati inseriti anche due impianti pterigoidei, consentendo in un paziente caratterizzato da un’importante atrofia del mascellare posteriore, di evitare il ricorso a tecniche rigenerative o di rialzo del pavimento del seno, riducendo i tempi operativi e di guarigione, adottando un protocollo mininvasivo, più predicibile rispetto ad altre scelte chirurgiche.

Descrizione del caso
Paziente di 80 anni con edentulia totale del mascellare, al quale sono state proposte e illustrate varie soluzioni terapeutiche delle quali sono stati evidenziati i pro i contro ed i relativi oneri economici. In seguito a questa analisi condivisa il paziente ha sottoscritto il consenso informato. Si procede a riabilitare l’arcata superiore mediante una protesi avvitata che prevede l’inserimento di 5 impianti tradizionali e 2 impianti pterigoidei.

Materiali e metodi
Pianificazione dell’intervento
Vengono acquisite le immagini Dicom della CBCT con la tecnica della doppia scansione. Ovvero CBCT della paziente con un duplicato della protesi con dei marker e successiva CBCT del solo duplicato della protesi. Non è stata utilizzata la protesi del pz nella procedura perché conteneva una rete metallica in grado di provocare fenomeni di scattering sulle immagini radiologiche. Rilevata l’impronta delle arcate dentarie con uno scanner, si effettua l’importazione e il successivo matching delle immagini integrate in un software dedicato (Fig. 1). Dopo aver progettato la protesi in ambiente virtuale e importate le immagini STL della ceratura, si procede al posizionamenti virtuale degli impianti (Fig. 2), valutando le corrette emergenze protesiche (Fig. 3). Questo consentirà di disporre di guide statiche (Figg. 4a, 4b) utilizzate nella fase chirurgica successiva. Si procederà all’inserimento delle dime statiche ad appoggio osteo mucoso fissate mediante anchor pin. L’adozione della tecnica flapless (Figg. 5a, 5b) consente di rispettare i criteri di mini invasività per un post operatorio confortevole, riducendo al minimo possibili complicazioni post intervento. Il carico immediato rappresenta un valore aggiunto consentendo al paziente una riabilitazione immediata e la restitutio dell'estetica e della funzione (Fig. 6).


Conclusioni

L’inserimento implantare immediato con guarigione trans mucosa rappresenta una valida scelta volta a ridurre i tempi e l’invasività chirurgica, funzionale al carico immediato e alla mini invasività, corroborata dal sigillo fibro mucoso, ciò crea una barriera nei confronti della perimplantite. L’utilizzo degli impianti pterigoidei elimina alcune criticità nella riabilitazione implantare dei settori distali mascellari edentuli abilitandoli al carico immediato. Questa tipologia implantare garantisce un’ottima stabilità, attraversando le corticali di varie porzioni ossee inserendosi al fine in un osso particolarmente denso le cui vestigia restano generalmente rappresentate, anche nei casi gravemente atrofici. Questo permette inoltre di ridurre significativamente i tempi terapeutici, a confronto dei quali la rigenerazione ossea, superando l’anno, risulta non paragonabile.

Il successivo matching tra la pianificazione e la CBCT post intervento ha consentito di valutare mediante parametri numerici l’accuratezza e la precisione del protocollo implantare (Fig. 7). A parte l’abilità dell’operatore e la standardizzazione metodologiche che possono influire sull’accuratezza della chirurgia guidata, questo caso ha rivelato che per l’attuale tecnologia medica associata alle guide implantari, l’accuratezza della chirurgia guidata può esprimere una deviazione della distanza < 2 mm (la maggior parte < 1 mm) e la deviazione angolare < 4° (la maggior parte < 3°). La tendenza e l’evoluzione in corso mirano ad ottimizzare questi due parametri rendendo la chirurgia sempre più minimamente invasiva. Il miglioramento dell’accuratezza dell’inserimento implantare nei pazienti edentuli è stato un campo di intensa ricerca negli ultimi anni e potrebbe rimanere un obiettivo di ricerca nel prossimo futuro. L’influenza del protocollo e dello strumentario chirurgico, delle guide implantari sull’accuratezza chirurgica rivelata in questo caso può far luce sul futuro miglioramento delle guide implantari digitali.

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